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Credenza La Permanente Mobili Cantù, Attribuita a Gio Ponti, Lucidata
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Credenza italiana di La Permanente Mobili Cantù, attribuita a Gio Ponti, lucidato a cera, circa anni '50. Gambe e contorni in noce biondo massiccio. Superfici piane impiallacciate in noce e parti interne impiallacciate in mogano.
Misure cm: H 170, L 93, P 42 (ripiani interni H 45 cm, scomparto superiore H 32 cm).
La Permanente Mobili Cantù
La Storia del Mobile non può dimenticare la storia di una realtà importante che è diventata un'istituzione come quella rappresentata dal Consorzio Esposizione Mobili Cantù, nato e fortemente voluto nel 1893 su iniziativa di un gruppo di qualificati artigiani di Cantù. L'intento era quello di unire le forze per poter esporre i propri prodotti al pubblico, soprattutto quello milanese dell'epoca, in un unico grande edificio. È stato così possibile offrire una visione globale della produzione di mobili del contesto di Cantù, favorendone la vendita, ma non solo. Era ed è rimasto un importante momento di aggregazione per i suoi membri, utile per confrontare e scambiare esperienze e conoscenze. Esperienze e conoscenze che hanno contribuito al successo dei mobili Cantù in tutto il mondo. La riconosciuta professionalità dei membri del consorzio La Permanente Mobili, fondata principalmente sull'imitazione di stili del passato, intorno agli anni '30 portò a Cantù autorevoli e straordinari esponenti della cultura architettonica non solo italiana con i quali ebbero modo di confrontarsi e rinnovarsi grazie a importanti progetti formalmente molto diversi da quelli realizzati fino ad allora. Progetti che decretano l'inizio di collaborazioni durature e che daranno impulso a iniziative gloriose come le Mostre Selettive del Mobile, eventi che hanno contribuito a eleggere Cantù come centro del design internazionale. Una delle strategie vincenti che ha permesso agli artigiani di Cantù, membri de La Permanente, di essere apprezzati nel tempo è stata la scelta di non specializzarsi in un unico stile o in un'unica tipologia di prodotto, ma di aver proposto e realizzato, spesso con risultati straordinari, manufatti rispondenti alle diverse tendenze stilistiche emergenti nella cultura dell'arredamento e del design. Rinnovandosi nel loro linguaggio estetico e formale, aiutati da nuovi materiali e tecnologie, dimostrando sensibilità e consapevolezza: qualità che hanno favorito la loro crescita ed emancipazione.
Informazioni su Gio Ponti
Giovanni "Gio" Ponti (nato il 18 novembre 1891 a Milano, morto il 16 settembre 1979 a Milano) è stato uno dei più influenti architetti, industrial designer, designer di mobili, artisti ed editori italiani del XX secolo. È considerato il padre del design moderno italiano ed è associato allo sviluppo dell'architettura moderna in Italia. Nel corso della sua lunga carriera creativa, che ha attraversato più di sei decenni, Gio Ponti ha creato numerosi mobili, oggetti d'arte decorativa e design di prodotti industriali utilizzando tecniche di produzione artigianali e moderne, oltre a realizzare importanti opere di architettura in Italia e all'estero.
La prima influenza delle arti decorative nell'approccio di Gio Ponti all'architettura, ai prodotti e al design dei mobili
Ponti si laureò al Politecnico di Milano nel 1921. Nel 1923 iniziò il suo primo lavoro di industrial design disegnando ceramiche per la fabbrica di ceramiche Richard Ginori, vicino a Firenze. Due anni dopo, convinse Richard Ginori a partecipare all'Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes (un'esposizione parigina del 1925), dove gli amori di Ponti per la ceramica ebbero molto successo. Durante questo periodo, Ponti strinse una relazione duratura con Tony Bouilhet, dirigente e azionista di Christofle, che in seguito sposò la nipote di Ponti, Carla Borletti, e per la quale progettò Villa Bouilhet al golf club di Saint Cloud, vicino a Parigi, una delle prime case progettate da Ponti.
Durante i 15 anni di collaborazione con la fabbrica di ceramiche Richard Ginori, ma soprattutto nei primi anni, Gio Ponti collaborò con artigiani e artigiane per creare ricchi am designs con colori abbondanti, forme elaborate e un'abile maestria, soprattutto in stile neoclassico. Questo stile e questo approccio erano in forte contrasto con l'approccio funzionale e minimale del razionalismo italiano allora prevalente ed era nettamente presente nel lavoro di Ponti negli anni '30 e '40, per poi attenuarsi negli anni successivi.
Gio Ponti fonda la rivista Domus, una piattaforma per il design modernista italiano emergente
Nel 1928, Ponti fondò Domus, una rivista di architettura e design con la missione di stimolare l'architettura italiana, l'interior design e le arti decorative. Nel suo primo editoriale, così come in molti dei suoi scritti successivi a Domus, Ponti articola alcune differenze riguardo alla casa italiana, La casa all'italiana, in cui suggerisce che la casa italiana "non consiste solo nella corrispondenza delle cose alle necessità e ai bisogni della nostra vita o nell'organizzazione dei servizi" e che la casa è "destinata a plasmare i nostri pensieri, a suggerire abitudini semplici e sane, a invitare a uno svago tranquillo e sereno grazie alla sua apertura verso la natura".
La sua leadership in Domus gli consentirà di svolgere un ruolo centrale nel periodo tra le due guerre, affermando la prospettiva e la tradizione italiana rispetto alle tendenze moderniste europee dell'epoca ed esprimendo la sua considerazione per le idee relative al movimento artistico Novecento, un movimento contrario al Razionalismo.
- Attribuito a:Gio Ponti (Designer)
- Dimensioni:Altezza: 170 cm (66,93 in)Larghezza: 93 cm (36,62 in)Profondità: 42 cm (16,54 in)
- Stile:Mid-Century moderno (Del periodo)
- Materiali e tecniche:
- Luogo di origine:
- Periodo:
- Data di produzione:1950s
- Condizioni:Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
- Località del venditore:Vigonza, IT
- Numero di riferimento:Venditore: FK251stDibs: LU249539901321
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4,9
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